MV Agusta,troppi debiti: KTM al 32%! Sardarov CEO, Ponzellini presidente. Ma Suppo…

La due diligence vera e propria non è ancora iniziata ma KTM ha già trovato discordanze rispetto a quanto dichiarato da MV al momento dell’accordo. Con 15 milioni adesso controllerebbe il 32%.
Entrano in campo Luca Martin e Verena Schneglberger-Grossmann.

 


 Misterhelmet Shop

 

Forse i lettori non lo hanno capito ma quella fra MV Agusta e KTM non è una collaborazione commerciale ma una scalata da parte di KTM.
Il 25,1% di MV Agusta è stato pagato solo 15 milioni di euro, quindi per gli austriaci la factory, già prima di guardarci dentro, non valeva molto di più. Adesso vale ancora meno.

Entrati in azienda, gli austriaci sarebbero rimasti delusi e in più avrebbero scoperto alcune cose che non gli sono piaciute. Lo raccontano direttamente le maestranze della produzione che fra l’altro sono a casa perché quest’ultima è bloccata.
E molti, a casa, rischiano di rimanerci.

La percentuale di KTM sarebbe salita al 32 con lo stesso importo versato, queste le voci, in virtù del fatto che dal punto di vista del magazzino, la realtà di quanto riscontrato non sarebbe corrispondente a quanto dichiarato in fase di firma.
Moto in meno, ricambi mancanti e così via. Insomma un bel casino.

Il rischio è che gli austriaci alla fine si portino via il 100% di MV per meno di 40 milioni contro i 190 investiti dalla famiglia Sardarov in questi anni e questo potrebbe accadere ancor prima di quanto scritto da Misterhelmet (fine 2024).

Come CEO, amministratore delegato, sarebbe in via di conferma Timur Sardarov, figlio di Rashid che mette i soldi o che almeno li ha messi fino ad ora. Il suo yacht è sequestrato, riportano i giornali, e gli ultimi soldi per MV si dice non arrivino più dall’Europa bensì dalle Cayman. Tornando a Timur, il suo contratto triennale come amministratore delegato varrebbe 3.6 milioni di euro, ossia 100mila euro al mese, il tutto con dipendenti che non prendono lo stipendio da settembre, 60 licenziamenti in programma subito e altri in step2.
La firma di questo accordo dovrebbe avvenire entro il 15 novembre perché ci sono gli stipendi da pagare e i soldi non ci sono.
Questo per non parlare di rumor che raccontano di irregolarità contributive per gli ultimi 3 anni, tanto che l’azienda sarebbe priva del DURC, il Documento Unico di Regolarità Contributiva con arretrati di circa 12 milioni di contributi non versati.

Se fosse vero è abbastanza anomalo che la magistratura non si sia ancora interessata alla faccenda, dato che un’azienda in Concordato, con ancora 8 milioni di euro da versare per chiuderlo, non potrebbe permettersi irregolarità di questo tipo.

Quello che KTM avrebbe scoperto, ancor prima di iniziare la due diligence vera e propria, sarebbe una situazione a dir poco critica.

17 milioni di euro li aspettano i fornitori.
8 milioni, lo abbiamo già detto, servono per chiudere il Concordato, quello che in USA si chiama Chapter Eleven.
12 milioni riguardano i contributi non corrisposti con le eventuali sanzioni che potrebbero arrivare.
50 milioni potrebbero essere aggiunti per un risarcimento chiesto da Loncin per una inadempienza di MV relativa ad una partnership non andata a buon fine per la realizzazione di moto di piccola cilindrata. Questi non sono debiti ma sono un rischio che va comunque messo a bilancio.
E’ poi in piedi anche la causa con Giovanni Castiglioni per l’utilizzo del marchio Cagiva, ancora ai preliminari, per la quale si prevedono quindi tempi abbastanza lunghi.
Castiglioni avanzerebbe, questi i rumors con cifre tutte da accertare, anche 9 milioni di euro fra compensi non pagati e le royalties per alcune versioni della F4 dedicata a Claudio Castiglioni.
La somma dei numeri appena elencati fa quasi 100 milioni.

E’ facile comprendere che i 15 milioni messi da KTM sono una goccia nel mare e che le incombenze e i rischi di MV sono ben superiori sia al 25,1% delle quote inizialmente pattuito, sia al 32% ipoteticamente raggiunto in questi giorni. Facendo conti grossolani, si va ben oltre il valore dell’azienda.

Ci sono inoltre altre situazioni che devono essere quantificate. Parliamo di costi di gestione magazzino e altre attività correlate, incluse la produzione delle moto. Per queste attività servono altri soldi perché se non hai moto da consegnare, non le puoi vendere o almeno non potresti.

Alcune voci che meritano di essere verificate riporterebbero un comportamento atipico da parte di MV, ossia quello di fatturare ai rivenditori delle moto che poi non verrebbero consegnate. Le fatture sarebbero comunque girate alle banche per essere scontate in una certa percentuale per poi essere stornate ai rivenditori con la motivazione che le moto ordinate non sarebbero pronte. Questo comportamento da verificare, se effettivamente praticato, causerebbe ulteriori ammanchi tutti da accertare da parte di GENERALFINANCE, la banca di MV Agusta, per via delle moto vendute ma di fatto inesistenti. Del resto, lo abbiamo già scritto, la produzione sarebbe ferma dalla prima settimana di novembre 2022.
Il paradosso? I clienti vogliono le MV Agusta ma le moto non ci sono. Cosa verrà venduto nella rete vendita USA, Messico e Canada che KTM prenderà in carico, nessuno lo sa.

KTM e il nuovo board
Le prime mosse di Pierer e dei suoi, non si sono fatte attendere.
Alla guida di MV è stato confermato Timur Sardarov, mentre come presidente e forse anche garante, dovrebbe arrivare il banchiere Massimo Ponzellini, un curriculum prestigioso di incarichi pubblici e privati.
Nel board sarebbero però state inserite da KTM due persone, con l’idea di sostituire Sardarov non appena acquisito il controllo dell’azienda, quindi ben prima dello scadere del suo contratto.

La prima figura sarebbe quella di Luca Martin, attualmente CEO di KTM Asia. Sarebbe lui ad essere destinato alla guida di MV Agusta una volta acquisita la maggioranza.
La seconda figura, invece, sarebbe quella di Verena Schneglberger-Grossmann che attualmente ricopre il ruolo di Vice President Legal di Pierer Mobility.
Si tratta del capo degli avvocati di KTM, ossia la persona che ogni volta che troverà qualche magagna, chiederà di alzare la percentuale di controllo di KTM senza aggiungere un euro.
Nel frattempo MV Agusta  non sarà più un azienda vera ma avrà solo la produzione perché acquisti, vendite e tutto il resto saranno di KTM che fornirà i pezzi a MV e ne comprerà il prodotto. Anche CRC che si occupa di Ricerca e Sviluppo per conto di MV chiuderà e sarà assorbita da KISKA.

Il contrattacco di Sardarov
In una recente intervista Timur Sardarov avrebbe dichiarato di essere saldamente alla guida dell’azienda e di non aver intenzione né di ridurre la sua partecipazione, né di vendere. E’ possibile che l’intenzione sia quella di cercare di far passare del tempo mentre i fondi di famiglia (che qualcuno dice essere bloccati), trovano il modo di arrivare a Schiranna. In quel caso la famiglia Sardarov potrebbe rallentare l’ascesa di KTM iniettando denaro per difendere le proprie quote, ma non è detto che riesca ad arrestarla.

Nelle corse che succede?
Per quanto riguarda la Supersport, legata alle moto in vendita, il contratto con RC di Quadranti, valido ancora un anno, lascerebbe le cose come sono almeno fino a fine 2023.

In Moto2, invece, è evidente che per KTM, che schiera delle Kalex, non ha senso tenere una MV che poi MV non è. Giovanni Cuzari non solo negli anni si sarebbe pagato completamente il progetto (che sarebbe quindi suo) ma da Schiranna non percepirebbe un euro. Anzi, ultimamente, gli sarebbe stato chiesto un fee di 200mila euro solo per poter utilizzare il marchio di Varese. Questa cosa lo starebbe spingendo verso la ricerca di altri partner.
Se KTM vorrà schierare un’altra Kalex marchiata MV, non è dato saperlo ma di certo non è qualcosa di entusiasmante.

Per quanto riguarda la MotoGP, Pierer ha già smentito una MV in classe regina ma non ha smentito un altra KTM re brandizzata come nel caso Gas Gas. E anche qui, non c’è da strapparsi i capelli se KTM vorrà fare come Ducati schierando però 6 moto con tre nomi diversi, anche se MV Agusta sarebbe l’unico marchio ad avere un senso. L’unica ad essere contenta sarebbe la famiglia Ezpeleta.

Super Gossip Livio Suppo!
Chi è arrivato fino a qui, dopo aver letto cose serie,  si merita un super gossip di chiusura. Qualche tempo fa in MV Agusta sarebbe stato avvistato Livio Suppo. C’è chi dice che fosse lì per parlare di bici elettriche (Suppo possiede la Thok, che fornisce bici anche a Ducati), c’è chi invece sostiene fosse lì per riorganizzare il Reparto Corse se non addirittura per portare in dote a Schiranna il materiale Suzuki in uscita dalla MotoGP. Anche se al momento un vero e proprio Reparto Corse non c’è e le priorità sono altre, l’ipotesi rimane affascinante.

 

 

Articoli consigliati

No comment yet, add your voice below!


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *