VR46: ma ci voleva tanto? Ma perché ancora storielle?

L’altro giorno ho visto la presentazione di VR46 e vi dico la mia, riassumendo tutto in una frase: ma ci voleva tanto?
E sia chiaro, non è una critica. Esattamente il contrario, più o meno.

A parte la scelta del teatro, che però è un dejavu solo parziale, dato che non c’era la lirica come per WithU, più tradizionale, né c’era l’orchestra con la motorcycle parts, come per Aprilia, che secondo me è stata la più originale.
Però c’erano un dj con i fiocchi e gli ospiti di radio deejay, con cui tutti noi, ormai boomer, siamo cresciuti. E adesso parliamo del “ci voleva tanto”.

Valentino è Valentino. Il team owner più prestigioso che ci possa essere. Sul suo entourage, a livello di professionalità avrei qualche critica, ma non deve piacere a me, quindi, se sta bene a chi paga, sta bene a tutti.
Le moto sono oggettivamente bellissime. Cioè no. Cioè va a gusti… Secondo me erano belle nelle penombra del teatro ma poi è come quando rimorchi in discoteca da ubriaco e ti svegli con una cessa terribile (e sia chiaro, chissà quante volte sono state le donne ad aver detto lo stesso di me).
Però sono due due Ducati, dai, quindi il meglio che un cliente può avere, una addirittura ufficiale, con  una livrea diciamo accettabile o comunque meno violenta di quello che ci si sarebbe aspetatti.
Dai, va a gusti.

Persino i piloti sono, per certi punti di vista, i migliori possibili perché fatti in casa, nel senso che sono a km0, dato che provengono al 100% dal vivaio VR46. Possiamo discutere su Luca Marini fratello di o di Bezzecchi? Non è questa la sede, parlerà la pista.
Possiamo discutere lo sponsor che è di prim’ordine e forse non aveva nemmeno bisogno di una marchetta così? Non credo si possa obiettare nulla su Mooney, Sisal, e compagnia. Anche perché a svilire lo sponsor ci penserà Pablo Nieto a presentazione finita.
E allora forse possiamo parlare del fatto che quando in VR46 raccontano  di come è nato tutto sembra che mentre le due parti si facevano i fatti loro, si sono scontrate per caso e si sono trovati d’accordo tempo zero. Come Gastone che mentre Paperino si danna per trovare due spiccioli, trova per terra portafogli gonfi per uscire con Paperina.
Ma allora cosa c’è che non va?
Proprio questo. Sei Valentino, hai i piloti dentro casa, il management che è fatto di tuoi amici fidati, lascia perdere che fanno dei casini. Trovi gli sponsor che ti ci inciampi e poi ti perdi in cose aassurde, tipo che per quasi un anno sei stato in mezzo alle cazzate, le sòle, i cialtroni, gli individui da 1000 lire, gli sceicchi farlocchi, gli architetti cazzari, i team manager falliti, i comunicati storti, le telefonate che non si sapeva con chi le facevi, le conferenze stampa co la tenda dell’Ikea, con 7 giornalisti italiani senza coraggio e tutto un repertorio di coglionate incredibili di cui non dico che siete colpevoli ma di sicuro siete stati succubi, vittime con una stampa che avete lasciato fare e poi addirittura dovuto stoppare (così dice un illustre, si fa per dire, rappresentante della medesima)?
Ma dico io: all’inizio era un po’ difficile trovare lo sponsor?
Si diceva: facciamo fatica a trovare uno sponsor perché lo vogliamo top. Che poi l’avete trovato…
Ma dico io, ma ci voleva tanto? Non potevate star tranquilli ed evitare di mettere su sto teatrino o per lo meno consentire che qualcuno lo mettesse su per voi, o per lo meno di stopparlo subito?
Non stoppare le critiche, dico stoppare proprio il teatrino? Invece avete fatto fare la figura degli incapaci totali di intendere, di pensare e di scrivere al 99,99999 periodico% di “professionisti, si fa per dire”, dell’informazione che invece che essere iscritti all’albo dei giornalisti sembravano iscritti ai giornalisti di Albi.
Serviva complicare le cose così? Boh…
Ci voleva tanto? E’ un complimento che faccio.
Il fatto che le cose poi in un modo o nell’altro si aggiustino, preclude dal cercare di farle bene da subito? Questo mi chiedo. Perché complicare le cose?

E il pezzo sarebbe anche finito qui se non avessi letto le dichiarazioni di Pablo Nieto, che invece di far sfumare la cosa, torna sul tema Aramco e cerca di convincerci che la sponsorizzazione non c’è stata per tempi tecnici. Io gli credo. Però chiedo: come tempi tecnici? Ma non è che così dai del ripiego a Mooney?
Hanno avuto tempo di sponsorizzare Aston Martin in F1 sgomitando dato che un main sponsor ce lo aveva già? Lì i tempi tecnici li hanno avuti.
Secondo me, e lo desumo dalle numerose mail che Aramco mi ha inviato, non è che non c’erano i tempi tecnici. Ammesso che ci siano state delle trattative, non c’era tempo da perdere per VR46, dato che avevano di meglio da fare. E comunque i parchi a tema li potete ancora fare, il Fantastic Trophy con le mongolfiere, la moto elettrica, e tutte le altre cose? E poi oltre ad Aramco resta da spiegare Tanal. Anche lì non ci sono stati i tempi tecnici? Ma io credo a Pablo Nieto. Anche se mi viene il dubbio che ci sia proprio la volontà di insistere apposta per approfittare di una stampa sempre compiacente che mai critica quello che gli si dice di scrivere. Io gli credo.
Però dovete credere anche a me. Ieri sera sarei dovuto uscire, che ne so, con Belen, ma non ci sono stati i tempi tecnici. E quindi con 30 euro sono andato sulla Salaria. Non fa niente che ieri sera Belen è stata vista al ristorante con un altro pare che abbia addirittura pagato lei. Per lui i tempi tecnici, li ha trovati.
Per me no. Va bene.
Voi direte che questa è una cazzata. Eh ma non ho iniziato io.

 



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