MotoGP, Mandalika: Bagnaia ok, poi Vinales e Quartararo. Super Diggia, finalmente top!

Una gara che definire noiosa è poco, restituisce ad un Bagnaia sensazionale la vittoria e la leadership del mondiale.
Martin sbaglia quando è solo mentre dietro, succede di tutto ma non basta a salvare lo spettacolo.

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Bagnaia, Vinales, Quartararo, Di Giannantonio, Bezzecchi, Binder, Miller, Bastianini, Rins, Aleix Espargaro. Questa top ten potrebbe far pensare che la gara sia stata spettacolare e invece lo è stata solo per i risultati.

Bagnaia ricaccia a meno 18 un Martin che, in realtà, fa tutto da solo, Vinales sente l’odore del successo ed è bellissimo da vedere, Quartararo torna sul podio dopo non ci ricordiamo quanto.
Ed è tutta farina del suo sacco perché le Ducati ci sono eccome, per quanto acciaccate, ma lui le mette dietro.
Discorso a parte merita Di Giannantonio, il cui DRAMA sembra funzionale ad una MotoGP di rimpianti, rimorsi, belle storie e romanticismi da engagement, ma è tardivo per recuperare una sella. La domanda è: ma perché adesso, tutto insieme, e non prima, che magari sarebbe bastato anche meno?
A meno che non si voglia forzare la cosa a tutti costi, e allora è un altro discorso. Marquez? Si annulla. Aleix Espargaro? Lontano e in crollo finale.
Le KTM? Binder fa autoscontro e Miller gli finisce sempre dietro.
E adesso il focus su Bagnaia, che sembra nutrirsi di fastidi, avversità e biasimi, traendo da quelli la linfa che gli serve per risorgere. Fa una partenza a fionda e costruisce per tutta la corsa. Bagnaia è aiutato dall’errore di Martin, ma anche dalla scelta della hard all’anteriore concordata con il suo team. Ma soprattutto Bagnaia è aiutato dal fatto che si fa passare il timore e capisce che può battere i pugni sul tavolo. Martin ha più talento di lui? Forse. È mediamente più forte? Sembrerebbe di no. Sicuramente ha dei picchi che illudono i suoi ma non aiutano lui.

Come ieri non c’erano drammi o spiegazioni ed era una questione di schiaffi presi, oggi è una questione di vittoria e non c’è da cercare chissà che cosa, a parte l’errore del suo avversario che comunque fa parte del gioco. L’altro ha sbagliato e Bagnaia ha fatto il suo dovere più un pizzico di pepe in più.
Inutile cercare il DRAMA negativo o positivo.
L’unica cosa, forse, è che il suo ruolo è quello di uno che dovrebbe fare naturalmente queste cose, sia per il titolo che detiene, sia per il colore della sua moto. Ma per il resto le pugnette stanno a zero.
Non si può dargli un giorno del pippone e il giorno dopo del campione. È sufficiente valutare la singola gara ogni volta. E non è finita.

Ad essere finita è invece la decenza. Mai sentita una telecronaca così faziosa, schierata, infantile, e mesta fino all’esplosione finale alla caduta di Martin, con eclatante cambio di passo dal punto di vista dei toni, dei modi e della voce, con un atteggiamento infantile passato da capriccio ad eccesso di carboidrati..
Difficile accettare una cosa così, anche fosse gratuita, figuriamoci a pagamento.
Manca proprio la forma più primitiva di giornalismo.

 

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