Valentino Rossi e il campionato GT: tutto quello che c’è da sapere, una volta e basta!

Misterhelmet si occupa di motociclismo cercando di fare informazione e non gossip.  Non si occupa nemmeno di seguire gli ex motociclisti quando vanno a fare altro. Da qualche lettore, però, più di uno, è arrivata la richiesta di trattare il tema per spiegare cosa sia veramente questo campionato e come misurare la partecipazione di Valentino Rossi.
Ho chiesto ad un esperto, Marco Cortesi, e sono stato accontentato. Questa è la prima e l’ultima volta che il tema verrà trattato su queste pagine.



 

di Marco Cortesi

In questo periodo ho sentito parlare molto del debutto di Valentino Rossi, informazioni spesso non complete. E’ entusiasmante anche per chi ci sta dentro vedere un personaggio di questo calibro che si dedica all’automobilismo. Però sarebbe bello che i tanti nuovi tifosi si avvicinassero allo sport in sé oltre che fare il tifo per il singolo pilota. Per questo, su input di Misterhelmet ho scritto una FAQ con alcune informazioni chiave che possono essere utili per capire meglio il campionato e questa tipologia di gare…

In quale contesto esattamente corre Rossi?
Ci sono tantissimi campionati per vetture GT3, nazionali, continentali e intercontinentali di ogni livello e capacità. Quello in cui correrà Rossi è il Fanatec GT World Challenge Europe che si compone di una Endurance Cup (3 piloti a macchina, gare da 3-6-24 ore) e una Sprint Cup (2 piloti a macchina, doppia gara da 1 ora). Le due Cup hanno delle classifiche individuali, ma c’è anche quella complessiva. Si tratta del contesto internazionale di più alto livello, senza offesa per gli altri, a cui partecipano le GT3. Rossi correrà con un’Audi R8 del team WRT, uno dei più titolati al mondo.

Che livello di pilotaggio c’è?
I campionati di questo tipo prevedono diverse classi o trofei a seconda della capacità/esperienza/età dei piloti. Rossi correrà nella Pro, che è quella di livello più alto. In questa categoria corrono numerosi piloti ufficiali stipendiati dalle varie case automobilistiche e con curriculum vincenti. Gente che non è arrivata in F1 ma che quasi sempre ha vinto nelle categorie addestrative si è super specializzata nel GT.

E’ una serie per amatori?
La classe Pro sicuramente no. Certo, ci sono piloti che portano del budget/sponsor, ma è gente che si sveglia la mattina per fare il pilota. Altrimenti, che senso avrebbe stare a prendere schiaffi in classe Pro quando ci sono delle classi minori? In queste ultime, il livello varia molto. Ci sono “gentleman driver”, semi professionisti o anche alcuni professionisti inseriti per aiutare gli amatori a fare risultato. La composizione degli equipaggi è comunque limitata sulla base del CV dei piloti.

Valentino Rossi è l’unico italiano in lotta per il campionato?
Assolutamente no, l’Italia ha una grandissima tradizione nel GT e ci sono molti italiani nell’albo d’oro. In lizza ci saranno solo per citarne alcuni Mirko Bortolotti, Luca Ghiotto, Davide Rigon, Antonio Fuoco, Raffaele Marciello e tanti altri (non me ne voglia chi non ho nominato, sono esempi).

E’ possibile che Rossi corra con una macchina fuori regola?
Tutto è possibile, ma è improbabile per motivi tecnici, commerciali e pratici. In primis, le auto GT3 hanno delle regole molto restrittive, praticamente tutti i componenti devono essere presi tali e quali dal catalogo di chi ha sviluppato l’auto. Certo, si sono viste e si vedranno irregolarità, ma non è lo standard, anche per via dell’aspetto commerciale.

In che senso commerciale?
Le case costruttrici investono nei programmi GT3 non solo per immagine, ma anche per vendere le auto da corsa ai privati che corrono nelle classi inferiori o nei campionati minori. Hanno bisogno di metterne in mostra la competitività: per dire, Audi ha venduto quasi 300 R8 GT3 negli ultimi anni. Sembra difficile che BMW, ad esempio, accetti di far massacrare la propria M4, e perdere milioni di euro di ordini, per fare un favore a Rossi. In generale comunque, quando si è in un contesto assoluto, non “show”, ci sono interessi molto importanti a molteplici livelli. Tanto per dire, sulla vettura gemella rispetto a quella di Rossi corre Charles Weerts, il figlio del coproprietario del team, e campione in carica. OK i giochi di squadra in circostanze eccezionali, ma sembra difficile che di default si faccia da parte per far vincere il compagno.

Non è scorretto che ci siano supercar come Audi R8 e Ferrari contro le più piccole BMW M4?
Le vetture GT3 hanno molto poco del modello di serie, giusto la cellula, e anche quella è pesantemente modificata. Le 4 ruote motrici sono vietate (l’Audi di Rossi è quindi 2WD) e il motore può essere preso da qualunque modello della gamma. La Mercedes-AMG GT3, ad esempio, usa il V8 della vecchia SLS AMG.

Però le macchine comunque sono molto diverse…
Per questo si utilizza un sistema chiamato BoP, Balance of Performance. Ci sono sedute di test in cui le vetture vengono provate dallo stesso pilota, sulla stessa pista, e si stabiliscono dei correttivi per renderle ugualmente performanti. Una combinazione di pressione del turbo, flange all’aspirazione, peso e limitatore di giri. Questi parametri possono anche variare durante la stagione, o a seconda della pista (ad esempio per quelle con lunghi rettilinei ecc…) e sono verificati con grande severità.

Questo non crea polemiche?
Continuamente. Il BoP non è una scienza esatta ed è una delle cose più costantemente criticate, a torto o a ragione, da chiunque. E’ difficile stabilire dove finisce la bravura del team e dove inizia la superiorità della macchina. Capita a volte che ci siano vetture più veloci perché il BoP non è stato accurato. La capacità di chi lo crea però è fare in modo che la ruota giri per tutti e, sul totale del campionato, nessuno sia sfavorito. Va detto che, guardando ai risultati passati, nella stragrande maggioranza dei casi a vincere è stata gente che ne aveva le credenziali.

Quali sono le prospettive realistiche?
Non abbiamo mai visto Rossi correre contro gli altri a questo livello, e farlo come “primo lavoro”. Nella peggiore delle ipotesi, ha compagni di grande talento e una squadra fortissima. Delle top-5, con un po’ di fortuna (safety car) non sono impossibili. Per il resto è difficilissimo sbilanciarsi. Mi sorprende positivamente che Rossi, pur essendo classificato come “Silver” (la terza delle quattro fasce di rating che sono Platinum, Gold, Silver e Bronze), sia andato a cacciarsi in un contesto così alto. Avrebbe potuto scendere di classe e puntare al successo di categoria.

Possibilità di exploit?
Se l’obiettivo è trovare qualcuno che a pieno titolo lo faccia correre a Le Mans nell’assoluta, con un programma da decine di milioni l’anno, Rossi dovrà dimostrare di andar forte con costanza ed essere affidabile, più che fare exploit. Abbiamo visto tanti piloti che hanno passato anni con strategie insensate nella speranza che per una volta funzionassero. Di solito, anche se una volta funzionano, chi sta all’interno e deve investire montagne di soldi conosce la realtà.

E’ vero che i piloti di moto in auto vanno subito forte?
Dipende da cosa si intende per andare forte. Mentre il motociclismo è progressivo nella scala di capacità, nell’automobilismo si gioca tutto sull’ultimo 1%, o meno. E’ possibile arrivare al 99%, quindi andare relativamente forte, e lo è per il dentista, l’avvocato e il motociclista, ma da lì a vincere e stare sempre tra i primi nell’assoluta è un altro paio di maniche. Magari il motociclista di base è più avvezzo alla velocità, o al giro secco, rispetto al dentista, ma può anche portarsi dietro delle cattive abitudini.

Marco Cortesi lavora nel motorsport da quasi 20 anni. E’ stato telecronista, giornalista e anche video producer in Superbike. Oggi, continua a fare il giornalista seguendo le gare americane, e fa da consulente e ufficio stampa nell’ambito di diversi campionati europei.

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