I retroscena del no di BMW alla MotoGP: quanto ci è mancato?

Non ha molto senso svelare i retroscena di cose che ormai non possono succedere oppure di cose che non sono successe ma a volte serve per capire il peso che certe aziende danno a certe attività e quanto invece certe altre organizzazioni mettano in giro voci al solo scopo di ottenere “valore”.

Dopo l’uscita della Suzuki dalla MotoGP, pressoché immediatamente è arrivata la news di una BMW interessata a subentrare, addirittura (follia) prendendo in mano i progetti dei giapponesi e portando in casa anche Livio Suppo come team manager. Non ci ha creduto nessuno.

Da subito Dorna ha iniziato a dichiarare che c’era una factory intenzionata ad entrare, facendo in modo di far credere che si trattasse di BMW.


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In realtà BMW sarebbe stata contattata tramite la sua emanazione motociclistica della Superbike e poi il dipartimento M, quello racing, per intenderci. E la proposta sarebbe stata anche presa in considerazione dai “tedeschi”.
Arrivati però a discutere dei termini e dei dettagli, la questione sarebbe arrivata ai board di Monaco, non quelli che vanno in giro a giocare alle corse ma quelli che contano e che decidono e la faccenda sarebbe stata immediatamente stoppata perché “non scherziamo, la Moto GP non è considerata strategica per BMW né è un valore aggiunto per il racing di Monaco.”

E’ chiaro che c’è un problema se un’azienda in super attivo come BMW, che produce auto e moto e che investe in marketing correlato sia come partecipante ai campionati che come sponsor (inclusa la stessa MotoGP), si tiene lontano dai prototipi, sia in F1 che in MotoGP, dopo aver lasciato anche la Formula E ad eccezione per la fornitura motori.

Se non c’è bisogno di sviluppare un brand (e BMW non ne ha bisogno) o non si vive di corse, tutto quello che non è concreto, non ha senso.

E la MotoGP, evidentemente, ad occhi di aziende come BMW (ma Kawasaki, per intenderci, non è diversa), non ha senso perché è lontana dalla realtà, soprattutto adesso che è fatta di marchi e non di factory reali. Che visibilità e prestigio dà un Motomondiale in cui corrono case che nemmeno esistono? Che vantaggio avrebbe un’azienda come BMW, che bada al sodo, ad essere affiancata ad una GASGAS senza vincere?
E’ la stessa conclusione a cui è arrivata Suzuki appena dopo aver vinto un mondiale.
Quale sarà la prossima factory a mollare?

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