Tanal e VR46: la farsa al suo apice. Già due i pagamenti rimandati. Crolla il castello di bugie di Tanal

ATM Screen Out Of Order

Da giorni ormai un uomo sta cercando di mettere una pezza a tutte le fake news, i fake projects, e le fake credentials messe in giro da lui stesso e mai controllate da nessuno.
False dal primo giorno, e ogni settimana sempre più grandi, sempre più incredibili e ormai incontrollabili e impossibili da gestire anche per l’uomo che le ha inventate.
Da giorni quell’uomo telefona a quei pochi che pensa gli credano ancora per “sistemare” le cose e da giorni gira per l’Italia  per recuperare qualche piccola dose di credibilità.
Cerca appuntamenti, incontra i potenziali sponsor. Con i vestiti mai cambiati dopo giorni di viaggio nel suo Fiat Doblo grigio, non è più credibile. La forma è sostanza e uno come lui dovrebbe saperlo, ma ci sono problemi più grandi in questo momento.

Quell’uomo cerca di calciare avanti una data di pagamento che sa non esistere. Non c’è nessun bonifico, non c’è nessun principe. I soldi non sono mai esistiti. Gli unici soldi sono forse quelli rimediati da qualche piccolo sponsor che vuole diventare parte dell’avventura. Spiccioli. Finiti.
Quell’uomo ha inventato tutto ma ha esagerato. E adesso è esposto dai fatti.

Eppure da maggio, dalla prima smentita di Aramco, qualcuno dubita…ma nonostante questo, viene ignorato. La stampa è tranquilla.

Il 28 luglio in un’intervista a SKY, Uccio Salucci, responsabile racing VR46 dichiara sprezzante che la parte più difficile dell’organizzazione di un team, è l’hospitality.
Chissà se non dovrà occuparsi davvero solo di questo, quando valentino Rossi verrà a sapere che il giorno stesso, questo sito aveva cercato di avvertirlo sull’inconsistenza di Tanal e dei suoi portavoce, Principe compreso. Un progetto da 100 milioni che non è mai esistito.
Parla dell’hospitality come prima difficoltà di un team come Maria Antonietta parlava di brioches agli affamati. Un insulto, soprattutto dopo essere stato avvertito.

Un sarcastico, Uccio, al telefono con chi scrive.
Garantisce di aver ricevuto i soldi da Tanal (da quanto ci risulta non è vero) e assicura di aver fatto le dovute ricerche (complimenti).
Passati ad Alberto Tebaldi, nemmeno una risposta. Rimbalzati. Abbiamo chiesto di parlare con Valentino Rossi. Respinti.

Due giorni dopo Misterhelmet pubblica tutta la documentazione in italiano. 4 giorni dopo, in inglese.

Sono settimane difficili. A livello nazionale ed internazionale, ignorati, sminuiti, insultati, ridicolizzati.
Poi una conferenza stampa surreale mette in pericolo anche le certezze più dure. Troppo ridicolo il Principe, troppo incredibili il Consigliere in t shirt e l’ufficio stampa internazionale che non parla inglese. La stampa internazionale non viene invitata. Mancano Dorna, VR46 e Ducati. Il Principe ha alle sue spalle una tenda Ikea.

Ma sappiate che se nel primo articolo di Misterhelmet, qui, le cose erano surreali e preoccupanti (abbiamo dimostrato che è tutto falso) e nelle conferenza stampa il livello è comico, adesso la faccenda è al limite del patologico.

Sappiate che il principe di cui stiamo parlando non esiste e quello che avete visto in video e sulle foto, è qualcun altro e ha un forte accento maghrebino.
Valentino Rossi ha parlato 8 volte al telefono con qualcuno che credeva essere un Principe Saudita. Cosa si saranno detti?

Il consigliere del Principe, Architetto Bernardini, non risulta essere un vero architetto. Nessuno ha mai controllato a parte noi.
Tante esperienze come imprenditore, tutte fallite o finite prematuramente. Ascensori, quadri elettrici, impianti energetici, ristrutturazioni, lavori mai consegnati, dicono, nella sua città. Contenziosi con municipio, regione, aziende, finanziamenti, soci in affari. A Terni è bruciato, dicono. Qualcuno parla anche di problemi giudiziari.

Le tracce dei progetti creativi di Bernardini e la sua passione per l’Arabia Saudita, si perdono negli anni a partire dal 2017.
Nessuno lo ha mai fermato.
I progetti sono così eclatanti, futuristici, ottimistici, da trovare sempre terreno fertile sui giornali. Tutti vogliono scrivere cose belle e moderne. Progetti green, progetti cinematografici,  tecnologici, in cui una piccola città del centro Italia, Terni, città di Bernardini, insegna le cose all’Arabia Saudita ricca ma arretrata.
Bernardini usa gli articoli della stampa come credenziali. Con quelle spinge le sue idee nel futuro. Ma sono solo invenzioni.
“Ma lei ha cercato su Il Corriere della Sera?” Chiede spesso.

Sulla stampa i progetti dell’Architetto compaiono centinaia di volte e gli danno una web credibility pericolosa per il brutto vizio che ha la stampa di non verificare le fonti. Nemmeno un progetto è stato realizzato ma ognuno è un trampolino di credibilità. E’ con quello che probabilmente va a proporre altri progetti e a farsi credere per crearne altri ancora. Se gli piace qualcosa, Bernardini lo ripropone come suo, come accaduto con la manifestazione di mongolfiere Sagrantino Cup (evento reale), che diventa Ambassador Cup ma non esiste.
Internet credibility, web presence networking. Bernardini riempie il web di articoli, iniziative, siti web, tutti falsi, e si presenta come l’uomo dei tanti progetti, dimenticando di dire che nessuno è reale. “Guardi la ragnatela di informazioni e comunicati”, ripete spesso.

Nelle ultime telefonate disperate a chi non gli crede, il delirio è psichedelico.

Tanal (una scatola vuota) passa mese dopo mese dalla sponsorizzazione a VR46 a voler sponsorizzare Dorna. Poi dalla Dorna all’acquisto di un team di Formula1. Il team diventa, ci riferiscono alcuni, Alfa Tauri, in altri casi, Ferrari, fino ad arrivare all’intero acquisto di Liberty Media.
Nemmeno il calcio si salva da Bernardini. Ogni tanto all’architetto scappa il nome di qualche squadra prestigiosa. Sempre a nome di un Principe Saudita.

Ferrari saudita
Ferrari saudita 🙂

Le amicizie (presunte) di Bernardini vanno da Ecclestone, al presidente della Hyundai o di Samsung. Le sue società esistono tutte, ma sembrano scatole vuote senza una sede. Le sedi sono palazzi veri con i loghi in Photoshop. Sono vicino Roma. Siamo andati a controllare. Tutto falso.

Bernardini negli anni si presenta in Ducati per vendere un parco a tema. Viene buttato fuori. Prova a produrre film, comprare aziende,  impianti sportivi, propone hotel, resort, parchi, poli universitari, non ci riesce mai ma nessuno parla e nessuno lo espone.

In questo momento preciso, mentre tratta ancora l’affare VR46, sta provando a comprare un circuito automobilistico i cui proprietari sono freschi di un altro tentativo di truffa.
Bernardini viaggia con centinaia di slide che sembrano fatte da bambini, come i suoi comunicati falsi, senza indirizzi, senza recapiti, che nessuno controlla mai. Loghi contraffatti, progetti di piste che sono circuiti esistenti capovolti, loghi copiati e contraffatti. Tutto fatto alla buona con Paint e Word. Un mare di materiale che disorienta qualunque interlocutore distratto.

I tentativi di Bernardini negli anni sono buchi neri fino a che riesce, con l’aiuto di Giampiero Sacchi, team manager della fallita Ioda Racing e suo concittadino, ad arrivare a Carmelo Ezpeleta. Ci va con VR46 (Salucci e Tebaldi) e con tanti articoli di giornali che parlano bene di lui. VR46 firma un contratto, vero, con Ducati, e un contratto, impossibile con Tanal che, senza pagare (secondo le nostre informazioni) un centesimo, finisce sulle carene e sulle tute VR46. Sarà una faccenda da spiegare. Però funziona. Se Tanal è sulle moto VR46 allora deve essere per forza tutto vero anche perché Uccio Salucci dice che hanno pagato. CIV, CEV, Moto2, MotoGP. E’ lo stesso uccio a mandare foto, video e messaggi audio in cui si vanta della partnership.
Tanal e altri loghi di progetti che non esistono sono sulle carene e sulle tute.

Per mesi, parlando di Tanal/VR46, decine di dichiarazioni, telefonate, comunicati stampa. Non è necessario sforzarsi per credere a Marco Bernardini semplicemente perché nessuno controlla mai niente. Se VR46 e il suo staff dicono che è tutto vero, allora la stampa non può dubitare.
Nemmeno le smentite di Aramco riescono a bloccare il circo. Ci deve essere un misunderstanding. Il Principe ha garantito. Chi non crede è un hater.
Chi ha dubbi viene contattato da Bernardini che provvede a mandare decine di documenti. E’ successo così anche con noi che però, i documenti, li abbiamo controllati.

La stampa ha pubblicato per mesi senza problemi. Qualche volta, in una gara di visibilità, ha addirittura ingrandito i progetti fino a inventare cose che nemmeno Bernardini ha mai detto.
Moto ibride elettriche, hypercar antiproiettile e resistenti al fuoco, campionati mondiali di mongolfiere, città del futuro, parchi a tema, film, libri. Milioni, miliardi, passa tutto senza controllo come sotto ipnosi.
Fino al giorno del pagamento. Qualcuno si sorprende che dei soldi che non sono mai esistiti, non sono mai partiti e non sono mai arrivati.

Valentino scende in campo.
Da qualche giorno ha capito e ha detto ai suoi che al team ci pensa lui. Non parla più del Principe. Nemmeno SKY, lo fa, passando da 10 news al giorno a zero.
Il piano B sono gli sponsor che VR46 ha già. Quelli veri.
WithU, Bardahl, Monster, forse SKY.
Valentino risolverà i suoi problemi in casa come ha sempre risolto quelli in pista. Da solo. Come ha sempre fatto.
Del resto, se questo è l’aiuto che ha dal suo staff, è meglio pensare alle cose personalmente
Il pericolo, però, è reale. Il tempo è scaduto e mancano i 18 milioni di quest’anno oltre ai 72 fino al 2026, e manca anche il secondo pilota per il suo team.
Valentino è costretto ad occuparsi personalmente di cose che non avrebbe mai voluto seguire. Cambiano tutte le priorità, per colpa di un progetto inventato, un dorato Piano A, diventa un affannato Piano B.
Ancora una volta in MotoGP entra chiunque. Nessuno controlla. Nessuno si vergogna.

 

Last Minute
E’ dell’ultimo momento, 26 agosto, ore 18.15, un ultimo disperato comunicato.
E’ scritto in inglese ma è diretto solo a sette giornalisti italiani. Un mistero.
Scritto in Word, pieno di errori, non è nemmeno impaginato e lascia una pagina vuota nell’anteprima di stmpa.
Sembra scritto in auto, magari in direzione aeroporto. Dopo ne arriverà un altro impaginato, ma comunque ridicolo
Forse qualcuno ha davvero capito che deve cambiare aria.

 

Last Press
Last Press

 



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