Perché la MotoGP è la brutta copia della F1 pur potendo essere migliore?

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Per essere un’organizzazione che dichiara di ispirarsi alla F1, la MotoGp non sta offrendo un bello spettacolo.

Al momento, il tema principale è quello di determinare il valore dell’asset Valentino Rossi e di quantificare perdite e relative contromisure successive al suo addio. Non è un buon approccio. Un’organizzazione non deve rinnegare i suoi asset passati ma non può nemmeno ammettere di basarsi su questi.

Nessuna organizzazione sportiva credibile può ammettere di essere in difficoltà per la perdita di un suo campione, soprattutto se il campione in oggetto è rappresentativo dal punto di vista dell’immagine e non da quello sportivo.
Così facendo Dorna ammette di essere più ricordi che fatti, più affetto che tecnica e più fumo che arrosto. Se dice che gli mancherà un pilota che non vinceva un mondiale da 12 anni e una gara da 3 perché calerà l’audience, offende se stessa e chi ci lavora, declassando il suo pubblico da competente a magliettaro. Nemmeno la World Wrestling Entertainment, 95% spettacolo e 5% contenuti sportivi ammetterebbe mai una cosa del genere. Dorna invece lo fa, dimostrando di credere in un pilota ritirato più di quanto creda in quelli che ancora corrono.
E questa è solo la parte autodiagnosticata della malattia.

Ce n’è poi un’altra, oggettiva e per questo ancora più crudele.
Sempre paragonandola alla F1, la MotoGP è Neanderthal.

Dal punto di vista tecnico una vettura F1 assomiglia ad un’auto da strada come un uomo assomiglia ad una scimmia.
Anche le altre categorie automobilistiche sono separate dalla F1 da anni luce di tecnologia e performance. Chiedete a chiunque di indicare una F1 fra 10 tipi di auto diverse. Facile.

Con le moto non è così e col passare del tempo c’è sempre meno differenza.
Nessuna categoria automobilistica è lontanamente paragonabile alla F1 mentre la Superbike è comunque, seppur forzatamente, accostabile al suo corrispettivo prototipi. E questo nonostante un’aberrazione politica, ossia l’appartenenza di MotoGP e WSBK allo stesso organizzatore.
Invece di gestire la cosa efficacemente Dorna ha scelto di impoverire la SBK e di evolvere la MotoGP in una direzione che è solo pericolosa. Con le moto c’è solo confusione. Chiedete a un passante di identificare una MotoGP rispetto a una SBK. Chiedete le differenze fra i due campionati.

Per il resto, in moto si continua a morire e ci si fa male ancora moltissimo.
Le moto si sono evolute in termini di prestazioni di punta più di quanto si siano evolute in guidabilità. Arrivare in rettilineo a 350kmh non serve allo spettacolo se il pilota diventa un passeggero della sua moto e se il dritto è più pericoloso delle curve. Non è colpa di Dorna se in moto ci si fa più male che in auto ma è colpa di Dorna se nei prototipi ci sono i price cap mentre nelle derivate, in pratica, non ci sono e se la SBK non è altro che una MotoGP più povera e senza aiuti per i team.
Nei prototipi la ricerca dovrebbe essere libera. Non c’è nessun dottore in economia che prescriva le corse a chi non se le può permettere. Non è aumentando la griglia di peones in mezzo a quattro ricconi che si fa lo spettacolo. Se gli investimenti fossero davvero liberi, di sicuro le case si impegnerebbero in cose più complesse che andar forte in rettilineo e anche il motociclismo avrebbe il suo kers e tutte le evoluzioni tecniche reali che ci sono nelle auto. Due alette di plastica non sono tecnologia se ogni anno muoiono dei bambini.

C’è poi lo sguardo al futuro. Nelle auto la Formula E è una campionato indipendente dalla F1 e si appresta ad essere comunque un’alternativa. Comunica innovazione e rappresenta davvero l’automobilismo elettrico con case reali che si impegnano sul serio e innovazioni tecniche spaventose da ritrovare nei concessionari l’anno successivo.
Nelle moto, la MotoE è un ennesimo campionato controllato da Dorna. Per due anni è stata una categoria ridicola con moto pesanti e lente e un campionato striminzito con meno date di un trofeo.

E infine, il problema più evidente, quello degli sponsor.
In Formula 1 c’è il top per il campionato e per i team. Marchi pazzeschi che tutti conoscono.
Per la MotoGP vi sfidiamo ad elencare 5 aziende conosciute al grande pubblico, quando non arrestano qualcuno o non c’è qualche truffa come quella di cui è stato vittima il team di Valentino Rossi, il quale ha trattato per 8 mesi con un principe inesistente e un finto architetto la sponsorizzazione di un’azienda che non esisteva, Tanal, e di un petroliere, Aramco che ha negato dal primo giorno. La stampa ha fatto finta di niente. Nelle moto anche la stampa fa ridere ed è composta da burattini.

Ecco il valore della Motogp: Il team di Valentino Rossi, dichiarato come principale asset storico, in 8 mesi non è riuscito a trovare uno sponsor ed è stato necessario che Rossi, il quale aveva dichiarato che il team non era un suo problema, ritornasse in campo personalmente, in modo da trovare soldi last minute che però lo supportano anche nelle auto e lo costringono, di fatto a rimanere in gioco.
La MotoGP, da sola, proprio non ce la fa.

Se questo non è un problema…
Eppure, se solo la MotoGP fosse naturalmente se stessa, sarebbe il miglior sport del mondo…



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1 Comment

  1. Analisi dolorosa ma estremamente lucida e impeccabile sotto tutti i punti vista. Complimenti.


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