MotoGP, COTA: Ad Austin Vinales se la canta e se la suona. Ducati battute e Acosta spaventoso!

Accusato di non saper partire e di non saper superare, lo spagnolo dell’Aprilia fa paura in qualifica e nella sprint race in cui parte a fionda (e vince) e fa paura in gara dove parte male (viene centrato) ma fa una dozzina di sorpassi fino a vincere di forza.
Annullata ogni accusa e stabilito per Noale un poker invidiabile che sa tanto di Ducati: Pole, vittoria Sprint, Vittoria gara e giro veloce! Eppure non è lui quello che fa più paura.

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Vinales, Acosta, Bastianini, Martin, Bagnaia, Di Giannantonio, Espargaro, Bezzecchi, Binder, Raul Fernandez.
Questi i 10 al traguardo con una fotografia che finalmente rende merito a Vinales e ad Aprilia e offre un Acosta che fa veramente paura per essere un rookie al debutto.
Non gli manca niente per battersi con i migliori e spuntarla senza sforzo. OK, sta male nel retropodio, ma la gara è già finita. Alla fine è quasi un peccato che la sua rivelazione tolga qualcosa ad un Vinales che finalmente è riuscito a raccogliere quello che merita, ma la sua guida e, soprattutto, il risultato dei suoi compagni di marca lo rendono veramente uno special one.
Ma giustamente nei titoloni va la vittoria di Aprilia, o meglio, di un Vinales assolutamente perfetto. Uno che entra nel club ristretto dei vincitori con tre marchi diversi (Yamaha, Suzuki e Aprilia) e smentisce anche la più qualunquista delle puttanate sul fatto che non sa partire, non sa superare, non sa reggere la pressione. Ha tutti i difetti Maverick, eppure quando è in bolla non ce n’è per nessuno. E in Texas è assolutamente in bolla.
E le Ducati? Soffrono tutte, a partire da Bastianini, nonostante il podio. Sembrano incomplete, sprecone, mangia gomme, acerbe. E con le moto soffrono i piloti, tranne Marquez che sembra poter addirittura vincere, prima di rovinare tutto alla sua (vecchia) maniera. Se lo zero va perdonato o criticato, lo sapremo fra un po’.
Dopo questo, c’è il nulla. Non esistono le Yamaha (nemmeno Rins che si spegne subito), non esistono le Honda con Marini (unico in piedi ma in ritardo mostruoso) e vengono decisamente ridimensionati tutti gli uomini Ducati: Bagnaia, Martin e i VR46 sono l’ombra di loro stessi con particolare menzione (in negativo) per Bezzecchi che fa meglio dei Marquez ma solo perché i due fratelli cadono. Non è questo che ci si aspetta da lui.
Volete sapere se siamo felici?
Sì, perché Ducati è mancata ma tornerà mentre le altre europee sembra siano arrivate per restare. Mancano solo i giapponesi ma si parla di grandi manovre in corso.
E poi non si può avere tutto.

 

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