Jorge Lorenzo: inadatto al sistema!

Jorge Lorenzo

Quanto fastidio deve dare uno che ha vinto dei mondiali che più di uno non voleva che vincesse… e lo ha fatto contro un compagno di squadra predestinato (Valentino Rossi), amato e coccolato da un team che tifava tutto per lui e per la vittoria dello spagnolo quasi non ha festeggiato… ed un connazionale ancora più designato dal fato e dai media, quel Marc Marquez che in Spagna, da catalano e da simpaticone para…vento, tira più di lui per mille motivi?

Immaginate quanto dia fastidio uno che come “amico del cuore” e mentore si è scelto da subito uno che dalla MotoGP è stato epurato ed è andato a vincere in Superbike (Biaggi) un attimo prima che arrivassero gli stessi di Dorna che lo avevano cacciato via e che se padroni della WSBK non lo avrebbero mai accettato nemmeno lì. Con tanto di supporto morale in occasione della vittoria dei due mondiali di quest’ultimo.
Un cinque volte campione della MotoGP che va a confortare un “maestro” che ha vinto meno di lui e che è l’anti per eccellenza in un periodo nel quale il suo avversario di sempre, se la vede brutta brutta.
Con tanto di abbraccioni, cenette, e complicità sportive e umane.

Pensate all’unico che abbia mai alzato davvero la voce in ambito sicurezza. Quella della pista, tante volte, e quella dell’aria che si respira, quando in occasione della tragedia di Fukushima fece capire, lui unico, che correre in Giappone sarebbe stata una fessacchiotteria.
Lorenzo quella volta fu riportato alla ragione da Ezpeleta ma solo perché aveva qualcosa da perdere… e non fu nemmeno facile per il grande capo. Non si registrano altri episodi nei quali qualcuno lo abbia mai costretto a fare qualcosa.
Ecco. Figuriamoci adesso che JL non ha più niente che gli possa essere tolto.

Potrebbe essere una risorsa preziosa per il circus, il 99, ma non va bene.
Non va bene come commentatore, perché è veramente un dito rotante dove sapete. Non va bene come esperto e responsabile della sicurezza, perché, diciamocelo, non è come quegli altri due che ormai sono dei politici. Bravi, per carità, ma molto, troppo attenti alla ragione aziendale. Lorenzo non andrebbe bene, visto come è fatto. Me lo vedo già a impuntarsi, anche fisicamente, sulle cose che ritiene sacrosante. Fissarsi sulle minuterie e battere i piedini con smorfia da bambino fino a dover essere trascinato via. Sarebbe così curva per curva.

Jorge Lorenzo non farà mai parte dell’ambiente con un ruolo attivo perché non fa nessuno sforzo, né di essere simpatico, né di essere comprensivo e comprensibile.
Non è che non ne abbia bisogno, è che ha deciso sempre che sarebbe stato così. Caratterialmente Jorge Lorenzo è un Casey Stoner che si trattiene… ma solo un po’. Sa di avere autorevolezza ma non vuole che gli sia riconosciuta. Se la riconosce da solo e tanto gli basta, anche se per il business non va bene.

Per questo motivo, lo ribadiamo, difficilmente farà parte dell’ingranaggio mediatico, politico, organizzativo, per lo meno non con lo status che meriterebbe il suo palmares.
Chi mai vorrebbe, con tutti i grattacapi che già ci sono, uno che ti dice veramente le cose come stanno con l’aggravante di dirle senza alcuna delicatezza e di aver sempre ragione? Eh già perché Jorge Lorenzo, come fosse un Biaggi mischiato con un’ulteriore forma di puntiglio, un Melandri convinto al cubo, ha sempre, implacabilmente, ragione.
Molto fastidioso quando esprime opinioni sui colleghi e paradossalmente più irritante quando li elogia, che quando li critica. Perché un elogio di Lorenzo, così esigente e intollerante, ti fa quasi sentire in debito per un regalo ricevuto.
Quando invece critica, ci si può solo attaccare ai modi ed ai toni (decisamente molto isolani)… perché non c’è molto altro dietro cui rifugiarsi.
Ma chi pensa che le sue analisi post gara, presenti nel video blog che ha messo in piedi su Youtube siano rognose, dovrebbe ascoltare le sue previsioni. Ne sa qualcosa Jack Miller, condannato ad una previsione che si auto avvera per il solo cercare di rifuggirla.

Quelle di Jorge Lorenzo sono sentenze senza processo  fatte da un tribunale di guerra. E’ così sicuro che andrà come dice lui, che è quasi un regalo che non finisca anche peggio per come ha sempre, maledettamente, ragione.

Ma la cosa più irritante è che quando parla i toni non sono mai corrispondenti ai contenuti. I modi sono sempre rotondi, la voce morbida, il tono basso… Molto più di Melandri, altro commentatore competente che ha ragione ma un po’ ti lascia credere che possa andare diversamente. E con una cadenza molto più decisa di quella di Biaggi, che sembra sempre voler misurare quello che dice.

Alla fine sembra che l’unico fra noi tutti che sta facendo lo sforzo per non blastarti sia lui, la stessa persona che prima o poi, ti blasterà.
Cosa si può fare? Niente. Ringraziare di non essere un suo bersaglio. E godersi tutto quanto.

Misterhelmet Gianluigi Ragno

 

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